Angelo Formica è nato a Milazzo nel 1975 e dal 1997 vive a Milano. Nel 2009 inizia ad esporre alla galleria Toselli con gli artisti di portofranco. Il 30 giugno 2010 inaugura sempre alla galleria Toselli la sua prima mostra personale con i collage nati in Sicilia e cresciuti a Milano.

Per Lucia Grassiccia, scrittrice e critica d’arte, “potrebbe essere proprio la protezione della memoria una delle leve per i collage di Angelo Formica, dove prendono corpo elementi riconoscibili da tutti, che convocano i sensi e non si nascondono dietro macchinosi artifici intellettuali.
Incollare è un gesto definitivo, non si può tornare indietro senza danni. Ed è un gesto che congela, ferma tutto. Il tempo, l’iconografia, lo sguardo. Eppure questi collage non restano nell’immobilità, ma veicolano un incontro. Più contemplazioni che convergono sullo stesso accostamento, nello stesso momento.
Giocare, rischiare. Questione di strategia, di fortuna e colori. Simboli da corti e classi sociali conosciute nei libri di storia, o dal regno della natura e chissà in che modo raccolti nelle nostre mani.”

Secondo Naima Morelli, scrittrice e curatrice d’arte “Formica lavora con il collage creando inaspettate associazioni di significati. Malgrado la sua arte possa sembrare ironica all’inizio, in verità è profondamente poetica. Le complesse, e talvolta impenetrabili teorie dell’arte concettuale sono molto lontane dalla sua estetica. I collage di Formica possono essere apprezzati da chiunque vi si avvicini senza preconcetti. Malgrado vi siano vari strati interpretativi, tali lavori sono godibili nella loro immediatezza, occorre semplicemente immergersi nei colori melliflui e nelle composizioni non convenzionali. Questa è arte visiva di tipo sinestetico; è quasi come se si potesse gustare e odorare. Un osservatore esterno può sicuramente identificare l’arte di Formica come italiana in modo peculiare. Ciò nonostante, non vi è esotismo nella sua visione se non un reale interesse per le radici delle tradizioni e della mentalità dell’Italia del sud. In verità, lontano dall’austero Duomo di Milano e dalle chiese monumentali di Roma, il Sud dell’Italia offre un’eredità culturale unica, che si differenzia drasticamente dal resto del paese. Il sacro pervade tutte le dimensioni della vita. Si può trovare un elemento sacro nel cibo, nei giochi e nei rituali della tradizione come in una sorta di diffusa spiritualità.”

Infine, come osserva il gallerista Franco Toselli, “il nuovo è nel pensiero dell’artista, che mischiando le carte con la tecnica e la fantasia del collage, crea combinazioni che ricordano le geometrie colorate di Alighiero Boetti giovane. Così avviene che in questi giochi di carte, un santo martire visita un fante di picche e viceversa, un cannolo è in braccio a una regina e poi angeli, draghi, demoni e altri zuccheri che s’incontrano e rinnovano l’immaginario del gioco sempre nel rispetto di un’armonia segreta.” 

(fotografia di Salvo Bombara)